Roma–Sette: il settimanale della diocesi di Roma

Domenica 1° ottobre 2006  




Figli, città nemica?

Problema numero uno
la domanda di asili nido.
di Francesco Lalli
 

Favorire la conciliazione di tempi ed orari, ridare respiro al rapporto tra genitori e figli, ma soprattutto consentire ai papà e alle mamme un maggiore accesso ai servizi per l’infanzia. Temi spesso trascurati in una città come Roma, scenario quotidiano di nonni arruolati in luogo di baby sitter e di una scarsa presenza di servizi ricreativi per i più piccoli. Punto nevralgico della questione è la crescente domanda di asili nido.
Per quest’anno infatti, i nidi comunali hanno già ricevuto 16.120 nuove richieste, 1.237 in più rispetto al 2005-2006, e se nel 2001 i bambini frequentanti erano 8.321, da settembre sono circa 14.668. Inoltre, dai dati che scaturiscono dalla III indagine sugli asili nido comunali condotta dal Servizio politiche territoriali della Usl sulle 104 città capoluogo, la frequenza peserà mediamente sulle tasche dei papà e delle mamme romane nell’ordine mediamente dei 155 euro pari al 5,09% del budget familiare senza contare la difficoltà di accesso alle liste di attesa.
«Il Comune metterà in campo da subito nuove strutture e nuovi mezzi - fanno sapere dall’assessorato capitolino alle Politiche educative - e tra settembre e dicenbre 2006 verranno aperti 17 nuovi nidi comunali di cui 8 prefabbricati, 3 nidi Farmacap, e 8 nuovi nidi aziendali». In tutto 1.537 nuovi posti, in attesa che si compia l’ambizioso obiettivo di crearne 7.000 nei prossimi cinque anni.
Nel frattempo c’è chi decide di rimboccarsi le maniche e organizzarsi in proprio, come nel caso dell’Associazione "Famiglie Insieme": «Nell’ambito delle nostre iniziative di solidarietà - spiega il suo presidente Antonio Zappi - noi cerchiamo anche di riunire diverse famiglie in cooperative per offrire un’assistenza a livello personale ai genitori che ne hanno bisogno. In questa prospettiva - prosegue Zappi - vi è anche l’impegno, in locali che in genere sono delle parrocchie, di accudire i bambini nelle loro ore di gioco o di studio». Una realtà che conta oggi 70 famiglie a Roma riunite in 10 cooperative.
Ma come funziona a livello istituzionale il meccanismo che porta le risorse ad essere investite poi nelle iniziative più adeguate? «Il traferimento dei fondi - ci risponde l’assessore alle Politiche sociali della provincia di Roma, Claudio Cecchini - avviene sulla base dei progetti che vengono portati dai singoli Comuni o da Comuni che si associano formando quindi dei distretti. Sulla base delle richieste e dei progetti, la provincia può procedere con un cofinanziamento o un finanziamento per intero.
Nella maggior parte dei casi - aggiunge - si tratta di progetti che riguardano asili nido, ma anche di quelle che oggi vengono definite attività integrative post scolastiche, come ludoteche e centri diurni». Che gli asili nido siano solo una faccia della luna, lo confermano altri dati come quelli proposti da un’indagine telefonica svolta qualche tempo fa dall’assessorato per l’infanzia e realizzato dall’Ufficio Statistica del Comune, da cui emerge anche una forte sensibilità ecologica da parte dei genitori e il desiderio di far vivere i propri figli in un ambiente rispettoso delle esigenze di crescita.
Avere più spazi verdi nella città è avvertita come un’esigenza, secondo l’indagine in questione, dal 20,6% degli intervistati; il 14,1% ritiene essenziale un miglioramento della qualità dell’ambiente, mentre il 15,3% sente il bisogno di centri estivi e il 12,2% di interventi a favore della maternità. «Gli asili nido, come altre strutture esterne alla famiglia, sono il risultato di una richiesta di sostegno - spiega la professoressa Tullia Musatti, responsabile del Gruppo di ricerca sviluppo umano e società del Cnr che ha collaborato anche con alcuni Municipi capitolini - alla cui base vi sono una serie di problematiche quali la condizione di genitori che non riescono a conciliare lavoro e cura dei figli e le difficoltà psicologiche da parte delle donne sulle quali - secondo l’ultima indagine dell’Istat - grava ancora la maggior parte della cura del bambino. Quest’aspetto è importante perchè dà luogo ad un isolamento materiale che può incidere anche sulla relazione con figli».
Da questo punto di vista il nido non è l’unica risposta: «La nostra esperienza di ricerca - continua la professoressa Musatti - portata avanti in collaborazione con il V Municipio per la realizzazione dei cosiddetti "Spazi insieme", lo dimostra. Si tratta di centri per bambini e genitori, luoghi dove insieme gli uni e gli altri si recano 2-3 volte a settimana: Non si tratta di un risparmio di tempo per i padri e le madri, al contrario di un impegno, ma la risposta è stata notevole. Il perchè è semplice quì i genitori non si sentono soli, trovano altri come loro, con gli stessi problemi, un luogo di socialità e di confronto che è importante per loro come per i bambini che entrano in contatto con i loro coetanei».


* I servizi
"Famiglie Insieme", nata nel giugno 1994, offre vari servizi per il sostegno alle famiglie. In corso una scuola di animazione e solidarietà familiare promossa in collaborazione con il Centro diocesano per la pastorale familiare.
(www.famiglieinsieme.info)



Pagina modificata a cura dell'Associazione "Famiglie Insieme" per gentile concessione della redazione di Roma-sette
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